TIMIDI
Abbiamo ascoltato nella prima lettura , tratta dal libro della Sapienza ( 9,13-18 ) che : “ ……… i ragionamenti dei mortali sono timidi .... “ …… cioè tendenti o improntati ad una esagerata o esasperata esitazione , impaccio , pudore . La personalità del timido , in questo caso la scrittura indica tutti i mortali , è dunque un freno , nel rapporto con Dio . L’uomo si sente frenato davanti a Dio , non può conoscere o immaginare il suo volere e ciò produce timidezza abbiamo letto nel libro sapienziale …… che non si ferma a questa affermazione , ma le dà seguito : “ ….. e incerte le sue riflessioni ….. “ …. e l’incertezza è un modo di manifestare uno stato emozionale o sentimentale o psicologico , dopo essersi soffermati a pensare ,a meditare . L’uomo , come ancora apprendiamo dal libro della Sapienza , è frenato, impacciato , reso timido dal corpo : “ …. perchè un corpo corruttibile appesantisce l’anima ….” . Le nostre riflessioni , benchè rese possibili dal corpo , sono da esso frenate , condizionate , tanto che ancora l’autore del libro sapienziale, che poi è Dio , ci fa sapere , ci induce a meditare che : “ A stento immaginiamo le cose della terra , scopriamo con fatica quelle a portata di mano …. “ e poi sapientemente , perché Dio , apre ad ogni nostra libera speculazione su questo dibattito interno , intimo, ponendo questa domanda : “ …. ma chi ha investigato le cose del cielo ? “ L’autore , Dio , ci pungola , ci spinge , ci incanala , ci instrada , ci indirizza alla ricerca , alla speculazione a ciò che, reso possibile dal corpo , comunque ,dal corpo , va oltre . San Paolo di noi dice che siamo , corpo , anima e spirito ( 1 Tes. 5,23 ) : “ Il Dio della pace vi santifichi interamente , e tutta la vostra persona , spirito , anima e corpo si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo …. “ e con questi attributi , facoltà o virtù che siano , è per noi possibile andare oltre al corpo , trasfigurarlo , cioè andare oltre la sua figura , oltre a ciò che è , che appare …. per essere , per potere essere , per realizzarsi . La psicologia , del timido , dice che sa di esserlo , ma non sa cosa sarebbe se non lo fosse . La timidezza dunque è rappresentata dal corpo , dal suo peso , dalla sua massa , dal suo volume e dalla sua superficie , da ciò che occupa lo spazio e la sua speculazione , la riflessione , non è libera ma condizionata dalla timidezza , legata al corpo . Mi libero , sono libero di speculare e riflettere se , della persona , dell’unità che sono , uso anche , ma non solo , l’anima e lo spirito . Con quelle facoltà io posso essere ovunque e con chiunque , non posso solo essere chiunque , perché la mia identità mi definisce eternamente , sono io e non altro o …. un altro …. o ….. l’Altro . L’unità , l’unità che sono , l’unità definita da Paolo , corpo , anima e spirito , me stesso , la mia persona può tendere alla conoscenza del volere di Dio , se unità ….. solo se unità , e se oltre alla pesantezza , all’impaccio , all’ingombro , alla “ consistenza “ del corpo , uso la leggerezza e “ l’inconsistenza “ dell’anima e dello spirito . Il corpo , mi tiene legato , mi obbliga ad uno spazio è vero , ma mi dà sensazioni , mi permette di conoscere che in me c’è altro, e che la mia libertà non è limitata a ciò che la contiene , al solo suo involucro , altrimenti non sarebbe più libertà . Quando ascoltiamo le testimonianze di persone che in un campo di concentramento come Auschwitz hanno trovato Dio , comprendiamo che la libertà non è legata al solo corpo , ma a qualcosa che pur essendo posto nel corpo , lo trascende cioè ne supera i limiti dell’esperienza sensibile , della realtà tangibile . La libertà dunque non è legata solamente a qualcosa che non è immanente cioè che non ha nel corpo l’inizio e la fine . Questo fatto può sembrare marginale , inconsistente , ma dice la natura che l’uomo acquisisce divenendo figlio di Dio , cioè , in Dio , Dio , ricevendo le facoltà per essere e per divenire. L’uomo non è più ciò che appare ma è ciò che è dentro di sé , nel suo intimo , nella sua coscienza , dove sviluppa un rapporto con Colui che lo fa essere pienamente e non solo parzialmente ( come spesso anzi , spessissimo , fanno le istituzioni ….. Chiesa compresa quando essa agisce da istituzione ) dunque quel rapporto è liberamente consegnarsi per lasciarsi guidare dalla fede , via alla conoscenza e alla sapienza , dunque alla scienza di Dio che è la scienza della Croce . Così scrisse Edith Stein l’autrice di Scientia Crucis : “ ….Croce e notte sono il cammino alla luce celeste ….. “ e in quella croce e in quella notte immaginiamo e identifichiamo il nostro corpo che pesa nel cammino , identificato dall’ anima e dallo spirito , cammino che porta alla sublime visione , comunque attraverso alla croce e alla notte . Pesa il corpo e può essere anche di impedimento e di ostacolo a seconda di come l’uomo lo vive , vive la sua libertà di scelta , il libero arbitrio . Della Santa Carmelitana si dice che nella ricerca della Verità : “ … si lasciò inchiodare alla Croce per amore e coniugando la fede ardente con la scientificità più rigorosa . La scienza della Croce culminò con la gassazione ad Auschwitz … “ . Il suo corpo , non è più stato , è stato infatti cremato e le sue ceneri , con quelle di tanti altri , è stato sparso , disperso . Di lei resta l’anima e lo spirito e non il ricordo , noi ci rivolgiamo ad una identità , non ad un ricordo , e se ci rivolgiamo è perché riconosciamo …. e si riconosce una persona , non un ricordo . Riconosciamo la persona dunque ne testimoniamo la presenza ….. un modo di vita diverso da quella che conosciamo , ma vita , tanto che a lei ci affidiamo , cioè ci rapportiamo e un rapporto perché sia tale presuppone la presenza . Il cristiano dunque , per fede , è colui che trasforma la morte in vita e ciò non deriva dalle capacità insite dell’uomo , ma da Dio che all’uomo ha conferito , con il sacramento del battesimo , la sua grazia , cioè la partecipazione alla vita divina . L’ essenza di Edith Stein , ciò che è … anima e spirito …. è tra noi , in attesa della resurrezione dei corpi , di recuperare il suo corpo glorioso …. è dunque identità e unità , perché quel corpo che è stato , le sarà restituito ,da atto che era …. ora è corpo in potenza, pronto , preparato a divenire nuovamente atto , nuovo atto , come leggiamo nel capitolo 37 del libro del profeta Ezechiele . In conclusione possiamo affermare che se cristiani … se cristiani dunque mortali , mai … mai timidi nei ragionamenti e mai … mai incerti nelle riflessioni … e neppure corpo che appesantisce l’anima … perché unità , cioè per grazia di Dio in Dio , Dio !