.. Teco vegliar m'é caro ...

07.11.2020 13:15 “ … Vegliate dunque , perché non sapete né il giorno né l’ora … “ è la frase , sono le parole , la Parola , la Parola del Signore con cui si conclude la proclamazione del Vangelo che la Liliturgia della Parola ci ha proposto oggi , XXXII domenica del Tempo Ordinario . Ma cosa significa vegliare ? Consultando il dizionario della lingua italiana , si apprende che vegliare significa restare svegli nelle ore notturne , in quelle ore normalmente dedicate al sonno , ma significa anche proteggere , badare, vigilare, prendersi cura, assistere, difendere , controllare, attendere , dunque disporsi all’attendere , stare pronti come si legge nel Vangelo di Matteo ( 24,44 ) : “ … state pronti … “ e questo scegliamo per questa breve meditazione . Attendere chi e che cosa ? Chi si aspetta nel cuore della notte ? Per chi si deve , per chi bisogna essere pronti ? Ancora in Matteo ( 24,44 ) si ha la risposta : “ … nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà … “ e nella prima lettera che Paolo scrive alla comunità cristiana che era in Tessalonica (5,6 ) si legge : “ … Non dormiamo dunque come gli altri, ma restiamo svegli e siamo sobrii … “ sì , fratelli cristiani sobrii cioè semplici , misurati , moderati . Vegliare dunque induce alla sobrietà , alla moderazione . Quando dunque tutti dormono , quando l’attività umana è ferma , il cristiano , l’uomo di Dio attende , aspetta ,si dispone ad attendere ; ad attendere una risposta , dunque una voce , quindi un incontro : l’incontro. Si legge nel Libro dei Proverbi ( 8,34-35 ) : “ … Beato l'uomo che mi ascolta,vegliando ogni giorno alle mie porte,per custodire gli stipiti della mia soglia .Infatti, chi trova me trova la vita e ottiene il favore del Signore… “ . Dunque si aspetta si attende , si veglia per incontrare il Signore , cioè per incontrare la vita dunque per vivere . Il Signore è la risposta del vegliare del nostro vegliare , del nostro essere attenti , del nostro essere capaci , disposti ad attendere, ad essere pazienti , sobrii . Paolo, attraverso la lettera che scrisse alla comunità cristiana che era in Roma (13,11 ) invita a svegliarsi : “ … è ormai tempo di svegliarvi dal sonno …. “ . E’ l’invito a vegliare , a stare svegli , a vincere il sonno , a recuperare quel tempo per l’incontro , per il dialogo intimo con il Signore , per vivere , essere vivi , esistere. E poi fratelli cristiani la notte è fatta per gli amanti , per coloro che si vogliono amare , gli sposi . Nella notte si consuma l’atto sponsale , l’unione tra gli sposi , nella notte si genera , si dà la vita , si trasmette la vita , si fa essere nuove creature e si diviene nuove creature , si ottengono nuove identità . La notte , la veglia degli sposi , è il loro tempo , lontani dal mondo , dal rumore e dalla frenesia del mondo . Il vegliare degli sposi è il loro mondo , il loro tempo , fatto di pazienza , attenzioni , gesti , armonia , silenzio. Nel loro tempo , nel loro mondo gli sposi trovano l’unità dividendo lo spazio ristretto del talamo , parte del loro mondo , del loro universo . Così il cristiano , così il discepolo con il suo maestro , con il Maestro . Le ore di silenzio , di pace , di vicinanza , di unità il discepolo sceglie di viverle con il maestro , per ascoltarlo , per cogliere la parola che esce dalla bocca del Maestro : la Parola di Dio . Ad essa ci si accosta , essa si incontra esercitando la pazienza dell’attesa , l’attenzione e il silenzio nell’ascolto . Ciò che conta fratelli è non farsi sorprendere , non accorgersi improvvisamente della venuta del Signore , della sua presenza nella nostra vita . Ciò che conta per noi fratelli è l’approccio mediato e non immediato perché non dobbiamo dimenticare cheil Signore è Tutto , il Tutto , e noi il poco . E come può il poco contenere il Tutto ? La logica ci dice esattamente il contrario ovvero che è il tutto a contenere il poco e che il tutto si ottiene sommando insieme tutto il poco . Ma Dio , fratelli , è diversità dunque in Dio tutto è capovolto e si capovolge , tutto ha un senso che non è il senso che noi conosciamo e che conferiamo alle cose . Il linguaggio di Dio è diverso dal nostro linguaggio , il suo modo di essere , di ragionare , di pensare è diverso dal nostro , proprio perché Dio è diversità e la diversità è originalità : “ … Ma egli, voltandosi, disse a Pietro : « …… Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini ! » …. “ si legge nel Vangelo di Matteo ( 16,23 ) ; dunque pensare come gli uomini non è originale e non rende diversi ma omologhi , conformi , equivalenti ,integrati non certo diversi e originali . Se la fede come scrive Paolo nella lettera agli Ebrei ( 11,1 ) : “ … è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono … “ capite bene fratelli cristiani la diversità e l’originalità del modo di pensare di Dio se confrontataocon il modo di pensare degli uomini . Mai noi accetteremo un simile ragionamento , un simile pensiero , mai accetteremo la logica che si ricava leggendo questi brani di Vangelo che vi elenco : Matteo 17,20 : “ … Per la vostra poca fede. In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile … “; Matteo 21,21 : “ … In verità vi dico: Se avrete fede e non dubiterete, non solo potrete fare ciò che è accaduto a questo fico, ma anche se direte a questo monte: Levati di lì e gettati nel mare, ciò avverrà … “; Luca 17,6 : “ … Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe … “ . E non vi cito né vi leggo i brani di Vangelo inerenti la Risurrezione di Cristo , per questo mondo l’assurdità delle assurdità , l’impossibile che però mette a disagio la scienza , la ragione , il cogito ergo sum ( penso dunque sono) di Cartesio sintesi dell’arroganza umana fine a se stessa . Mai noi , per ottusa arroganza accetteremo che l’impossibile divenga possibile (ma questo è il puro capovolgimento cristiano , divino) è questo il nostro credo , noi siano invitati a credere ciò , questa è la proposta di Dio . “ … nulla è impossibile a Dio … “ ( Lc.1,37 ) e noi fratelli in Dio siamo dio perché si legge nella prima lettera ai Corinti di San Paolo Apostolo (15,28 ) : “ …. , perché Dio sia tutto in tutti … “ . Assurdo ? ciò che si afferma è assurdo ? Sì , sicuramente , ma questa è la logica di Dio , il suo pensiero , il nostro credo . Il nostro credo si manifesta attaverso la fede e la fede ve lo ripeto fratelli cristiani : “ … è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono … “ . Se non accettiamo questo , se non fondiamo il nostro credo su questa verità: “ … allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede…” scrisse Paolo nella sua prima lettera ( 15,14 ) alla comunità cristiana che era in Corinto a proposito della Risurrezione di Cristo , verità difficile da credere , difficile da predicare , da vivere , manifestare, ma è la logica di Dio è il suo essere il suo pensare , il suo agire , il suo manifestare l’impossibilità che diviene possibilità , realtà , verità ; è realizzare lo sperato , rendere ciò che si spera vera azione e vero oggetto . Il Signore ha i suoi tempi , il suo tempo e sceglie il tempo per incontrare ognuno di noi personalmente . Nostra risposta dovrebbe essere quel sapere attendere quel tempo , che è il tempo , meglio ancora è la realizzazione del tempo , del nostro tempo , la pienezza del nostro tempo, il tempo nel quale l’impossibile diviene il possibile , il tempo in cui l’uomo di Dio , l’uomo di fede, il credente potrà dire : “ … a questo monte: Levati di lì e gettati nel mare, e ciò avverrà … “ . Dunque fondamentale per il credente , per noi fratelli cristiani è vegliare ,sottrarre sonno per generare , nel tempo della pace e del silenzio . Vegliare cioè incontro , mezzo , tempo dedicato alla ricerca e alla scoperta della nostra vera identità . La scorsa settimana ho concluso la mia riflesione proponendo dei versi di Clemente Rebora , questa settimana vi offro questo verso di Giuseppe Giusti tratto da una sua poesia che reca il titolo “ Affetti di una madre “ . Nel tempo offerto all’incontro cioè la veglia , dalla quale con certezza possiamo raccogliere e godere i suoi frutti ovvero avvertire fisicamente e spiritualmente la sensazione di essere curati , difesi , assistiti , protetti da chi nulla è impossibile possiamo recitare con il poeta : “ …. Teco vegliar m’è caro , gioir pianger con te ...”.