.... sulla tua Parola ....
09.02.2019 11:50
Un carbone ardente che non brucia , che non ferisce ma purifica , ecco cos’è la Parola di Dio : fuoco , una billetta incandescente per usare il linguaggio dei fabbri .
Il profeta Isaia vive questa esperienza , la vive sulla sua pelle , sulla sua carne , lo abbiamo ascoltato nel suo racconto di cui vi ripropongo il tratto saliente fratelli cristiani : “ …. allora uno dei serafini volò verso di me ; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle sull’altare . Egli mi toccò la bocca e disse : Ecco, questo ha toccato le tue labbra perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato …. “ è ciò che abbiamo appena ascoltato nella proclamazione della prima lettura di questa V domenica del Tempo Ordinario , tratta dal libro del profeta Isaia .
Il carbone è ardente , talmente ardente , che il serafino , “ … uno dei serafini … “ specifica il profeta , usa le molle per prenderlo dall’altare e appoggiarlo sulle sue labbra , le labbra del profeta . Non lascia segno , non imprime un marchio sulla carne del profeta , ma lascia un segno , imprime un marchio nel suo spirito , un segno , un marchio di appartenenza . Il profeta sente di appartenere di essere parte di altro da sé , di essere fuori di sé , in un’altra realtà , ben diversa da quella che fin allora aveva vissuto : ciò che potrebbe ferire ustionare , non ferisce , non ustiona . Il segno di ciò ? La prova della nuova realtà in cui è stato calato , in cui volontariamente si è calato ? Il tizzone , il carbone ardente , incandescente , non ustiona , non imprime segno sulla carne ma purifica , tonifica , risana , guarisce , rende diversi e tutto ciò dunque è novità .
Quella nuova realtà conquista il profeta , tanto che si sente disponibile , si sente parte di una novità , di qualcosa di nuovo , dunque la sua reazione è l’offrirsi totalmente a quella nuova realtà che gli conferisce una nuova identità . Il profeta mette a disposizione la sua vita , dona il suo essere , la sua persona , corpo , anima e spirito a questa nuova esistenza , a questa verità , concretezza , quotidianità a questa nuova vita , a questa nuova identità , e alla domanda del Signore : “ … Chi manderò , chi andrà per noi ? ….“ il profeta di slancio , subito , immediatamente risponde : “ … Eccomi , manda me ! … “ .
La Parola dunque è una esperienza totalizzante e trasformante per il cristiano , un’esperienza che prima purifica , poi invia . La purificazione è il cambio della realtà dal prima al dopo , ciò che prima ustionava , feriva , bruciava ora purifica , risana , guarisce .
Il Messale Romano indica che il sacerdote dopo avere proclamato la Parola del Signore , il Vangelo , sottovoce deve pronunciare queste parole : “ La parola del vangelo cancelli i nostri peccati “ .
Dunque la proclamazione e l’ascolto della Parola , del Vangelo , nella celebrazione della S. Messa , ha come effetto la cancellazione dei nostri peccati . Ascoltare il Signore , porsi , disporsi , all’ascolto della sua Parola nel consesso dell’assemblea eucaristica , ha questo effetto , un effetto di purificazione , di cambiamento della nostra realtà , della realtà di chi ascolta , di chi si è disposto ad ascoltare con gli altri , con la comunità .
Il Vangelo dunque è quel tizzone ardente , quel carbone incandescente che neppure un serafino , uno spirito , può stringere nelle sue mani senza bruciarsi , senza ustionarsi infatti il profeta ci ha appena raccontato che l’angelo usa una molla per raccogliere il tizzone ed appoggiarlo nulle sue labbra , usa una molla per non bruciarsi e lo appoggia sulle labbra senza ustionarle . Il Vangelo è dunque fiamma ardente che consuma , trasforma . Dobbiamo guardare , osservare come il fuoco trasforma la legna , come la consuma . Così la nostra vita investita dalla fiamma del Vangelo si trasforma e si consuma , assume altra forma , cambia la sua forma , è trasformata , dà energia , riscalda , illumina .
Paolo nella seconda lettura , tratta dalla prima lettera ai Corinti , cerca di trasmettere questa esperienza , la sua esperienza , lui che sulla via di Damasco incontra la Parola , ode la Parola , cade nel buio della Parola , perché sia solo Parola e non immagini . Paolo nella seconda lettura ci trasmette la sua esperienza attraverso queste parole : “ … vi ho trasmesso, anzitutto , quello che anch’io ho ricevuto … “ . Come il profeta , Paolo si lascia trasformare e consumare dalla Parola , la sua vita sarà a servizio della Parola , si consumerà per la Parola , e di ciò ne è testimone la seconda lettera che l’apostolo delle genti indirizza ai Corinti ( 11 ,23 e ss ) , nella quale descrive il suo consumarsi per la Parola : fatiche , prigionie , percosse , lapidazioni , naufragi , travagli , veglie , preoccupazioni , pericoli di morte .
A quella Parola, nel buio della sua temporanea cecità Paolo comprenderà di avere maturato il discepolato , l’apostolato , di essere pronto a rivedere , a ritornare alla nuova luce , a rivedere nuovamente tutto alla luce della nuova realtà perché, come si legge nell’Apocalisse di San Giovanni Apostolo ( 21,5 ) il Signore è colui che fa nuove tutte le cose : “ ... Ecco io faccio nuove tutte le cose …” , e questa affermazione è sottolineata , rafforzata dalle parole che immediatamente seguono : “ … queste parole sono certe e veraci . Ecco sono compiute ! … “ . La Parola dunque , come recita l’Apocalisse è certa , verace , compiuta , è nuova realtà , e Pietro , come abbiamo sentito nella lettura del Vangelo , ne fa esperienza . Per quella Parola , la Parola del Signore , ritorna in mare e getta nuovamente le reti come Gesù gli ha consigliato di fare : “ … Maestro , …. sulla tua parola getterò le reti … “ .
Fratelli dalla Parola siamo chiamati , oggi siamo accorsi qui per ascoltarla , dalla Parola oggi , per il fatto di averla solamente ascoltata , siamo stati purificati , anche a noi è stato appoggiato sulle labbra quel carbone ardente . L’ascolto della Parola , come recita il Messale , cancella i nostri peccati , e dalla Parola siamo inviati , come Pietro , Giacomo e Giovanni che dopo averla ascoltata, annota l’evangelista Luca : “ … lasciarono tutto e lo seguirono … “ .