SONO TORNATO BAMBINO!
La ringrazio eccellenza reverendissima per l’invito a sospendere ma lo devo declinare. La mia missione all’interno della Chiesa è quella di essere critico, perché questo il Signore mi chiede, è questo che suscita in me “Guai a voi quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti” , questo è l’invito di Gesù. Quando si ha il favore della maggioranza, quando tutto va bene bisogna domandarsi se è ancora cristianesimo. Il cristianesimo è l’eterno cambiamento, l’eterno esame di coscienza, alla fine del quale non ci si sente a posto in coscienza, non ci si sente appagati ma arricchiti. Il confronto quotidiano con la Parola, con Lui direttamente, non ci fa sentire adeguati e questo ci deve appagare; è questo che ci dà felicità e gioia, sentirsi inadeguati, comprendere di dover ancora fare strada, di non essere arrivati, ma di tendere ad una meta, che si vede come scrive Paolo, come attraverso l’immagine riflessa di uno specchio che ai tempi dell’apostolo non era chiara, nitida, ma offuscata e deforme “Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora noi invece vedremo faccia a faccia”. Il cristianesimo per bocca di Gesù è “ D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre…” ; è dunque inquietudine, sana inquietudine, che mette in subbuglio, ed è attraverso questo subbuglio, caos, che emerge un ordine un’armonia, il cosmos che dà persino gioia: si è diversi, si è santi nel vero significato della parola che è “separati”. Il cristianesimo non è abitudine, allineamento omologazione, è lo scoprirsi deboli “è quando sono debole è allora che sono forte”; è l’essere beati “beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”. Siamo santi e beati non quando : “… tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente… si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze” ma quando siamo perseguitati. Domenica, ieri abbiamo sentito il Verbo che c’invitava a prendere posizione, in fondo i Giudei invitavano Gesù a sospendere come lei mi chiede eccellenza reverendissima. Nel momento in cui lo invitano a sospendere lo avevano già condannato; infatti si realizza la profezia:” Lo zelo per la tua casa mi divorerà”. La storia non cambia mai, l’imitazione del Cristo è proprio qui, sta qui, nel Cristo che apertamente denuncia e pubblicamente subisce, viene schiacciato nascostamente, subdolamente dalla classe sacerdotale, ufficialmente dal braccio secolare; ma chi si è macchiato del crimine è la classe sacerdotale. Nel tempio Cristo ha firmato volutamente e liberamente la sua condanna e nella sua casa da gente che avrebbe dovuto se non riconoscerlo ascoltarlo. Ascoltare cioè ripensare a ciò che aveva detto e fatto e con umiltà mettersi in discussione, spogliarsi di sicurezze e pregiudizi solo frutto dell’età e dell’esperienza che non è quella che viene richiesta nel giudizio perché nella nuova vita nella novità, nella buona notizia, nella buona Novella ciò che è richiesta ad un cristiano è che ritorni come un bambino per entrare cioè vivere e respirare il Regno di Dio “ se non diventerete come bambini non entrerete nel Regno dei Cieli”