SI E' SEMPRE FATTO COSI'

24.08.2016 06:23

Il 26 agosto 1978 Albino Luciani , divenne Papa assumendo il nome di Giovanni Paolo I . In questi giorni nel suo paese natale , Canale d’Agordo , borgo di montagna in provincia e nella diocesi di Belluno , hanno preso il via iniziative per celebrare il famoso compaesano di cui si è introdotta la causa di beatificazione . Il segretario di Stato Mons. Parolin ricorda con queste parole , che fanno da introduzione ad un volume dedicato al Pontefice , l’ambiente da cui è emerso ,da cui ha preso vita , da cui ha avuto origine questa bella e santa figura di sacerdote : “ Una terra costellata di chiese e edicole votive , orante dalla devozione dei fedeli ; terra di pellegrinaggi e rogazioni di pratica religiosa assidua e opere pie “ . Continua poi il porporato sfoderando una parola inglese a mio dire stonata nell’ambiente montano veneto , capace di una propria lingua : “ Da questo background sociale e culturale , in cui la religione non è mai stata una sovrastruttura, ma un tessuto connettivo e di integrazione , venne Albino Luciani “ . A fare da cornice a queste parole , la figura dell’arciprete di Canale ( siamo nel 1860 … tre secoli fa … ) che segnò indelebilmente l’animo e le anime degli abitanti del paese tra cui i genitori del futuro Papa , figura che cercò di arginare il fenomeno dell’emigrazione con la rifondazione di una economia sociale in grado di procurare nuove risorse di sopravvivenza . Celebre una frase dell’arciprete : “ Va certo che se un briciolino di tempo mi avanza , volentieri lo spendo , nel poco che valgo , a sbugiardare e distruggere quel ‘ Sempre si è fatto così ! “ che chi ha curato il diffondere di queste notizie affianca alla più recente frase di un altro Papa , che viene dall’altra parte del mondo ( come lui ha detto di se stesso ) che nella sua esortazione Evangelìì gaudium così scrive : “ La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del ‘ Si è sempre fatto così ‘ “ continuando nell’ esortazione il Papa esorta a essere “ ….audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obbiettivi , le strutture ,lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità “ . Abbiamo letto , uno spaccato del passato che si sposa nelle recenti dichiarazioni programmatiche , pastorali . Non la giustificazione dell’emigrazione con la scusa di una conclamata globalizzazione ( che tra l’altro è sempre esistita e molto più in passato che oggi ) , ma la radicalizzazione nei territori di origine attraverso pastorali attente e studiate in concomitanza con le politiche sociali delle amministrazioni locali e centrali , per attualizzare e non demonizzare quel ‘ Si è sempre fatto così ‘ renderlo nuovo e novità , attuale , farlo rendere, nella giusta e attenta economia cristiana . Le cappelle votive , le chiese , i pellegrinaggi , le rogazioni ma soprattutto l’orante devozione dei fedeli sono il collante per la ricostituzione del tessuto sociale soprattutto nelle piccole realtà dove sopravvive la cultura contadina e montanara . Se perdiamo quel patrimonio ecco che allora perdiamo noi stessi e con i nostri figli ….. quelle realtà appena poco sopra citate divengono scheletri , viali cimiteriali . Quel ‘ si è sempre fatto così ‘ non si riferisce alle tradizioni locali , ma al fatto che quando queste vengono a mancare , a essere deficitarie allora si lascia , si abbandona , si emigra , si lascia la terra e la terra abbandonata a se stessa tende a divenire deserto , sabbia improduttiva . Padre Ugo De Censis dell’Operazione Mato Grosso , in Perù ha seminato in quota erba di qualità affinché anche il bestiame potesse far , non sopravvivere una povera economia ma vivere una nuova economia , e gli abitanti di quei paesi ( vecchi o giovani che fossero ) non andassero a morire nelle discariche delle grandi metropoli . Il Perù non è poi così lontano dall’Italia e da qualsiasi altro Paese , la globalizzazione di un tempo , di oggi , ma soprattutto la Parola di Dio , lo ha portato nelle nostre case , nelle nostre comunità , tra la nostra gente …. Dobbiamo insegnare qualcosa a quella Nazione ? Forse , ma entrambi dobbiamo imparare uno dall’altro , in uno reciproco scambio alla pari , paritetico . Abbiamo bisogno di scambi , qua i loro preti , là i nostri , in nome della globalizzazione o meglio ancora di un proficuo scambio segno della carità cristiana , dare se stessi . Se perdiamo le nostre edicole votive perdiamo il nostro modo di vivere e ….. non ci resta che sopravvivere di rifiuti in una anonima discarica !