SENTI DA CHE PULPITO

10.02.2015 07:05

Pensate cari amici di Chiesa controcorrente che sono ormai mesi che giornalmente scrivo le mie impressioni su questa avventura, su questo sogno come lo aveva “battezzato” mons  Giustetti, il precedente vescovo di Biella, ebbene nonostante il continuo “martellamento” da parte mia all’attuale vescovo mons Gabriele Mana, e ai suoi collaboratori, costituenti anche il suo consiglio episcopale, non c’è stata volontà di un chiarimento, di un confronto; e dire che sono gente che dal pulpito si dichiarano uomini, e anche ministri del dialogo, di mediazione, d’incontro e chi più ne ha ne metta. Ma dall’alto di un pulpito è facile, facilissimo vendersi e speculare, ma quando si scende, quando si deve fare i conti, misurarsi con la realtà, entra in gioco lapidario il vangelo di un Gesù che accusa la classe sacerdotale del suo tempo con le parole” dicono e non fanno”. C’è falsità, opportunismo, indifferenza tra i ministri di Dio, si percepisce di appartenere più che a una classe, spesso ad una setta dove volutamente si copre, si nasconde, si agisce nel buoi, nelle tenebre, quando poi dall’ambone ci si professa essere “figli della luce”. Ci si confronta solo tra convenuti concordi nello stile massonico, noi che ne critichiamo gli usi, prendendo le distanze sino alla scomunica, ma per poi copiarne gli usi, la moralità. Ipocriti: “ guai a voi scribi e farisei ipocriti”, inveiva Gesù contro quella classe sacerdotale che dimostra malgrado eventi e secoli di storia, di santi riconosciuti e sconosciuti e di martiri, la convinzione che nulla cambia nell’uomo, tutto resta invariato se non è “toccato” dalla grazia. Solo Dio, solo la sua azione entrando nella personale storia di ognuno di noi può dare inizio al cambiamento, alla novità, attenti a ciò sono i giovani che come spugne assorbono tutto, e non si lasciano intasare, intossicare, ma strizzandosi eliminano tutto ciò che hanno assorbito liberandosene e non più filtrando divengono impermeabili. Di questo atteggiamento, l’impermeabilità ne siete voi i responsabili, voi che invece di cercare il confronto o lo scontro ne avete paura e fuggendo lo evitate. Mettete un muro fatto di tempo tra chi dissente e chi spinge al dissenso, attendendo l’omologazione attraverso un bieco ostracismo. E’ cristianesimo questo? Da quel pulpito voi non predicate luce ma tenebre. Il vangelo di ieri ricordava il viaggio di Gesù e dei discepoli sul lago di Genesaret su quel mondo sconosciuto che incute paura, che rappresenta l’oscurità, la morte, l’annullamento. Gesù si legge che attraversa per sbarcare, Gesù e i suoi discepoli, cioè noi cristiani, passano su quel mondo compatto, che ingloba, risucchia, che tiene in basso, un mondo che è sotto i nostri piedi, dunque lontano dal nostro cuore e dal nostro capo. Altro che umanesimo!