SEI POLVERE E IN POLVERE RITORNERAI
Quindi non sono chiacchere le mie, dunque tanto meno calunnie, per questo mi deve delle scuse, sono fatti provati, reali e non ne ho citati tanti altri. Le chiacchere, scusi la franchezza eccellenza reverendissima le fa lei, le ha fatte lei con me ne ha fatte tante perché chi non sa non conosce e chi non sa vuole parlare e con ciò mi riferisco alla situazione di Campiglia Cervo e con questo mi sento di ammonirla, di tacere, di usare buon senso e buon gusto. Lei di Campiglia o conosceva perfettamente la situazione, dunque non riferendomela, dunque riferendomi (chiacchere), che la situazione era ottimale era in mala fede; o non la conosceva affatto e ciò è grave, perché come ho scritto le visite pastorali se fatte, vanno fatte non seguendo un clichè, ma seriamente cioè arrivando a conoscere ogni problematica, tanto più se è imminente l’inserimento di un nuovo parroco, qui entra in gioco la sua coscienza, io con la mia su Campiglia Cervo mi sono al tempo confrontato, ho riconosciuto che non avevo le forze, che non ero in grado di gestire e come papa Benedetto ( né più né meno) mi sono dimesso perché incontrando il Signore nella mia coscienza, suo santuario, abbiamo stabilito che la sua scelta (di lei), le sue aspettative, le sue mire, i suoi desideri e direi anche i suoi capricci erano suoi e non del Signore e io ho avuto l’onere e l’onore di comunicarglielo. Lei l’ha presa male infatti come oggi mi “appiccica” la parola omicida allora mi ha accusato, lasciando Campiglia, di dare scandalo. Lei non ha mai capito eccellenza reverendissima che le mie dimissioni sono arrivate dopo due mesi di preghiera, di attenta e paziente riflessione con il Signore che lei liquida con la parola “chiacchere”. Preferisco chiacchierare con il Signore piuttosto che con chi (lei) denigra e insulta solo perché ha di fronte una persona che non la pensa come lei, che ha una diversa opinione dalla sua. Il mio reato ai suoi occhi è avere un’opinione diversa dalla sua. Io posso tranquillamente ammonirla, senza avere il bisogno di tirare in ballo il papa che è lei che sta facendo chiacchiere e ironicamente la paragono a quegli alunni delle scuole elementari che per le chiacchiere vengono messi con il banco a fianco della cattedra della maestra. Circa gli insulti fini a se stessi, atti a screditare beh, non mi appartengono, non mi appartiene la sua cultura dello scarto, di cui spesso è stata evidenziata dal santo padre. La cultura dello scarto appartiene a lei, io sono stato da lei definito una pedina, un falso, un calunniatore, uno che fa chiacchere, di indole cattiva, omicida: uno scarto. Mentre non ha mai preso provvedimento su preti che lei ha ordinato e poi escardinato indirizzandoli ad altre diocesi, o altri che ha mantenuto in diocesi con problemi veri, li prenderà con me per far vedere a un certo tipo di clero che la circonda il suo effimero potere. Lo denuncia nella sua lettera neanche tanto velatamente, sempre secondo le mie “deduzioni”. Spiace a me, non deve spiacere a lei perché tutto ciò ricadrà su di lei non su di me, chiudere la bocca a chi critica secondo criterio non le gioverà, e non lo dice ma lo urla la storia umana. In oltre entra in gioco anche la giustizia divina che noi sappiamo più attenta della storia umana. Sono prete per volontà di Dio, perché il Signore anche attraverso il sottoscritto le manda a dire e ricordare quanto Gregorio Magno (come le ho scritto nei giorni precedenti) nella sua umiltà scriveva ai vescovi ma pensava di se stesso, prenda esempio da quel tipo di umiltà, dagli uomini che la rappresentano non certo dai cattivi consiglieri che la circondano e… Apra bene le orecchie:” pentiti e credi al vangelo perché sei polvere e in polvere ritornerai”. Io secondo il dettame della mia coscienza, santuario di Dio l’ho ammonita. Le scrivo queste cose come ad un fratello, cioè in modo familiare, forte di quanto ho letto in un libro scritto da un prete che sarà se Dio vorrà elevato agli onori degli altari:” non si può negare la buona volontà e qualche volta l’intelligenza: i vescovi in massima parte sono buoni e bravi, ma tu senti che non sono la pietra angolare che può essere fondamento dell’edificio, non hanno una personalità così vigorosa e ferma così serena e sicura, così soprannaturale, luminosa da sostenere la fiducia, da imporre la venerazione da alimentare l’amore degli uomini. Di fronte a questi vescovi non ti senti disarmato, non sei vinto; il tuo amore rimane un amore fraterno, non un amore filiale”. Quanto scrive il confratello non lascia spazio a dubbi e a commenti. Chi è disprezzato nel vangelo: il profeta in patria.