ROMBO... DI TUONO

13.06.2015 09:26

Nel silenzio il giorno 9 giugno ho fatto “memoria” della mia ordinazione presbiterale. Sono prete da tre anni, ho “perseguito il mio sogno” (così definì la mia chiamata mons Giustetti) e il Signore lo ha realizzato. Medito, prego, contemplo e adoro la Parola e mi soffermo su ciò che Dio ispira a Paolo nella lettera ai Tessalonicesi, l’apostolo scrive… “tutto quello che è vostro spirito anima e corpo…”Ecco cosa sono e cosa siamo noi cari amici di Chiesa controcorrente corpo, spirito, anima questa è la nostra identità, la nostra totalità, il nostro essere, essere persona. In questa definizione è racchiusa la vita qui sulla terra, la vita nella carne e la vita eterna, che inizia comunque qui. Siamo corpo qui e saremo corpo là, un corpo glorioso nella parola descritta nel corpo del Cristo risorto. Siamo dunque eterni perché nulla di noi vada disperso, l’amore di Dio è così grande per noi, per ognuno di noi che ci conserva eternamente, è il sentimento del padre e della madre nei confronti del figlio, che emerge soprattutto, che è leggibile quando prematuramente questo (il figlio) li precede nel grande viaggio verso l’eternità. Naturalmente chi mi ha ordinato prete, non si è fatto sentire, è vero che sono in dissenso, non per la sua autorità (me ne guarderei bene, dall’anche solo pensare che la Tradizione sia discutibile) ma per il suo tenore di vita: ebbene colui che si definisce padre non si è fatto sentire, segno incontrovertibile della totale assenza di un minimo sentimento paterno ma della presenza di grande mondanità che è sentimento che non legge nella persona la presenza di uno spirito, di un’anima e neppure di un corpo. Dal suo stretto collaboratore il giovane pro vicario e pro rettore del seminario il vescovo mi ha fatto già a suo tempo sapere che per essere un buon prete bisogna essere una pedina. La pedina è un oggetto, animato dal movimento di un altro, un regista, che usa l’oggetto per un suo scopo. Questa è la visione del sacerdote in questa diocesi, e te lo dicono pure in faccia, viso a viso che è l’apoteosi dell’arroganza, del potere per il potere, dello schiavismo, dell’idolatria. Sbagliate, è sbagliato ciò che pensate, ciò che attuate è anti cristiano ed è anche poco umano, anzi non umano. Sono prete, sono persona, sono uomo, sono libero, sono amato e sono stato voluto per l’eternità, per sempre, non per voi. Ho pena per gli schiavisti, i manipolatori, coloro che con il loro comportamento, la loro mondanità mettono in dubbio persino l’esistenza stessa di Dio pur proclamandosi loro fedeli seguaci e ministri. Nelle mani di Dio siamo persone, solo nelle vostre mani siamo pedine, eppure come noi durate il rombo di un tuono.