PENSATECI, RIPENSATECI E ANCORA PENSATECI, QUANDO I VOSTRI PASTORI VI RACCOMANDERANNO CHI VOTARE
Il santo padre nella catechesi di mercoledì scorso ha affermato:” ogni famiglia ha bisogno del padre” di un padre che rivolgendosi ad un figlio dice il papa: “sarò felice ogni volta che ti vedo agire con saggezza e sarò commosso ogni volta che ti sentirò parlare con rettitudine”. Ora penso alla figura del vescovo, padre o pastore non ha importanza. Non penso al suo ruolo di padre nei confronti del suo presbiterio, ma del suo popolo, del popolo che gli è affidato, il santo popolo di Dio, i cristiani cattolici, coloro che si definiscono tali. Assistiamo in questi giorni al passaggio da uno schieramento politico all’altro di parlamentari cattolici e deplorando questo atteggiamento, mi chiedo se non sarebbe il caso d’intervenire privatamente o pubblicamente. Il padre, colui che ricopre il ruolo di padre sentirebbe il dovere di dire la sua, in ciò che è a prima vista una mancanza di coerenza, di rispetto verso un elettorato che ha tutte le ragioni per sentire tradita la fiducia riposta. E’ invalso il cattivo uso, tra le fila dell’elettorato cattolico in campagna elettorale di fare nomi di candidati che godono anche del benestare del clero. Si tratta l’elettorato cattolico come un bacino di voti, complice il clero con i suoi vertici, salvo poi sorprese. Le sorprese sono i passaggi da una formazione politica all’altra, complice una legislazione che lo permette, basterebbe legiferare in merito, cioè decretare la decadenza del candidato nel momento in cui lascia la formazione politica in cui è stato eletto. Ora se auspico che clero e vescovi che hanno “sponsorizzato” questi transfughi, privatamente e pubblicamente prendano posizione perché con le loro raccomandazioni hanno tradito la fiducia dei fedeli e ai giovani hanno aperto le porte alla incredulità e indifferenza, poi si organizzano conferenze dove si dibatte sul perché i giovani si allontanano dalla Chiesa e dalla politica. Si allontanano perché non sentono più la sicura presenza e protezione paterna nei pastori, cercano un padre che li spinge verso scelte libere e non condizionate da e con raccomandazioni. Anni fa ricordo un movimento cattolico (di cui non ne faccio il nome, così li chiamo in causa tutti), che organizzò una tavola rotonda invitando i candidati con l’esclusione di quelli che a loro detta non erano cattolici, dando così un chiaro segno, un orientamento, e ciò non era e non è più tollerabile, né educativo, né democratico, né cristiano, è un comportamento da censurare, non paterno; un padre non manipola la coscienza del figlio, nè un uomo, se tale, non manipola la coscienza di un suo simile, né un ministro ordinato manipola la coscienza di un fedele. Il padre, e mi rivolgo a lei eccellenza reverendissima, è colui il quale come scrive il santo padre:” questo è ciò che ho voluto lasciarti perché diventasse una cosa tua: l’attitudine a sentire e agire, a parlare e giudicare con saggezza e rettitudine”. Eccellenza reverendissima, il papa ricorda che un padre “deve” anche “ punire lo fa in modo giusto e va avanti” senza avvilire ma avendo il senso della dignità.