PARTE TERZA- DIARIO DI UNO PSICOTICO

11.09.2014 08:37

…. Riprendo il 10-09-14… Terza puntata di quel cattivone e irriverente di don Andrea…. La costituzione di queste cooperative  e uffici di appoggio ai sacerdoti finanziati con la cassa comune degli stessi sacerdoti e le offerte che confluirebbero, non ultime quelle derivanti dalla Fondazione don Ferraris che in questo caso sarebbe legittimata ad esistere, ( non come oggi viene gestita per pseudo pellegrinaggi e gite varie travestiti da formazione per il clero). La formazione permanente del clero a questo punto darebbe origine a  posti di lavoro per la nostra gente e qui voglio essere chiaro ed esplicito, posti di lavoro con la precedenza a cittadini biellesi privi di lavoro o che debbano terminare il periodo per la contribuzione obbligatoria al fine di conseguire la pensione di vecchiaia. Un’altra attività da far sorgere immediatamente è quella di una stamperia per circolari, bollettini, libretti vari, lettere pastorali e piccole pubblicazioni. La stamperia dovrebbe essere affidata ad una cooperativa a servizio di tutto il territorio diocesano. Accanto a queste attività la costituzione di un ufficio tecnico composto da personale qualificato per il coordinamento e la manutenzione del patrimonio edilizio nonché la contrattazione con le ditte fornitrici di servizi e forniture (assicurazioni, gas, gasolio, luce, telefono ecc.). Ciò garantirebbe ai sacerdoti un risparmio di tempo e di denaro permettendo a loro di occuparsi esclusivamente della pastorale e creerebbe occupazione tra la popolazione. Sono inoltre convinto che sarebbe necessario l’impianto di un archivio diocesano centrale in cui fare confluire gli antichi archivi di tutte le parrocchie dislocate sul territorio della diocesi, per preservarli dai danni provocati e provocabili dall’incuria, dal naturale deterioramento e dai possibili futuri furti. Inoltre questo materiale di fondamentale importanza storica potrebbe essere così consultato da un pubblico interessato. Se ignoriamo e perdiamo il passato, perdiamo il presente, noi stessi, ed il futuro: gli altri. Costituire questa operazione di carattere culturale oltre a conservare il patrimonio storico-culturale del nostro territorio darebbe, (come d’altra parte la scelta di coabitazione del clero locale), visibilità alla diocesi all’esterno e nobiliterebbe il gesto di aver saputo creare lavoro quindi economia, da cui ricchezza per la sua popolazione. Accanto alla fondazione dell’archivio storico dovrebbe essere parimenti fondato il museo diocesano, che ahimè da anni suggerisco con l’istituzione dell’ufficio tecnico al vescovo, non avendo mai ricevuto sua risposta. Sono stato amministratore parrocchiale di Campiglia Cervo una delle parrocchie più ricche di suppellettili e paramenti della diocesi…. Un disastro. Una tunicella in oro è buttata in un armadio del Santuario di S.Giovanni d’Andorno a cinque, sei Km di distanza e non dico altro…. L’opera di restauro e conservazione dei beni della parrocchia è basilare nella storia  della popolazione locale e per il suo rispetto che a suo tempo ha contribuito a costituire un patrimonio, dai parroci solo amministrabile, che noi oggi con distacco, non curanza, menefreghismo rischiamo in pochi anni di disperdere, ancor più distruggere. A Campiglia Cervo ricordo tra i paramenti sacri i nidi di topi. Il recupero culturale con l’ausilio di musei, archivi ecc riceve dalla CEI buone sovvenzioni. Ora entrando con forza in polemica informo che c’è chi si adopera per rifarsi completamente l’oratorio con tanto di cucina professionale, con contributi CEI,  quando per quella fraternità sacerdotale predicata ma mai voluta attuare, invece di guardare oltre il suo orticello accaparra tutto ciò che può facendo leva sulle sue cariche e amicizie. Questo con la benedizione dell’ordinario… Continua