MON-SIGNORE... EPUL-ONE
Ieri sera ho letto due scritti che un prete biellese , che solitamente mi legge, mi ha inviato . E così è iniziata la rivoluzione , perché la rivoluzione incomincia così , si dissente , qualcuno dissente ,quindi per questo viene emarginato , ma questo dissentire e l’emarginazione che del dissenso è conseguenza provoca in chi osserva esternamente altro dissenso , soprattutto indignazione , risveglia il senso di giustizia , la voglia di assaporare la libertà attraverso il consenso al dissenso , anche se ciò provoca timore , paura e preoccupazione per la reazione . La maggior parte , la massa osserva la prima reazione ,una reazione parziale e le sue conseguenze per poi attendere la reazione, la seconda reazione più aggressiva direi finale, per poi decidere il male minore , e sale sul carro del vincitore , ma c’è chi timidamente decide prima della prima reazione , aderisce interiormente al dissenso , lo coltiva , lo studia , lo segue con interesse , trova nuovamente il gusto al dissenso e da questo si lascia cullare …… questo è l’inizio della rivoluzione , il cambiamento non indotto , ma dedotto . Chi mi invia questi due scritti è perché seguendo il mio lamento , vive già nel suo intimo ,il suo lamento e non vuole più tenerlo soffocato quindi lo esterna attraverso la minoranza , lavora per la minoranza non perché diventi maggioranza , perché ad un rivoluzionario puro non interessa la maggioranza , il potere e la sua gestione , ma interessa la novità , cerca la novità e di essere novità , uomo nuovo , così è stato il Cristo . Il Cristo è come lo descrisse padre Turoldo , un cappellone nel pieno significato della parola . I capelli lunghi ,negli anni ’60 sono stati il dissenso visibile ,la voglia di controtendenza , il paolino non conformarsi alla mentalità di questo secolo , dei secoli passati e di quelli a venire , chi portava i capelli lunghi dai i borghesi ben pensanti e perbenisti, che infestano le nostra diocesi, ne ammorbano l’aria , erano bollati con il termine di “ cappelloni “ . La rivoluzione parte da un vecchio contadino bergamasco , dalle orecchie grandi che salito al soglio di Pietro ,sovverte l’ordine costituito da una curia che è reazionaria per natura , quel vecchio contadino ha contagiato ogni suo successore impiantando il germe del sovvertimento ,del dissenso , della volontà di rivolgersi ,rivoltarsi . Quel rivoltarsi è girarsi intorno , guardarsi intorno cercando di slegarsi , di togliersi, contorcendosi il collare a cui si è stati costretti come un cane che cerca di divincolarsi per sfilarsi quella cinghia di cuoio che lo impiccia e lo impicca e rivoltandosi si rivolge, rompe che quella calma piatta indotta a cui è condannato . Quel rivoltarsi , quel dissenso mette in comunicazione con un mondo nuovo abituato , costretto a guardare solo in alto per ricevere comandi , ordini e guardare in basso per eseguirli . Questo mondo attende l’attimo , l’attimo creato dall’ opportunità , l’attimo che il cristianesimo ,che è opportunità , crea . L’attimo è , per sua natura fuggente , deve essere catturato , o meglio vissuto , se vissuto è fecondo come l’atto sponsale che per essere fecondo deve essere vissuto non solo idealizzato .
Il confratello esterna il suo dissenso , dunque la sua voglia di cambiamento , di rivoluzione inviandomi questa frase di Susanna Tamaro che riporto integralmente dedicandola naturalmente ai borghesi clericali ( gli eletti , le brave persone ) che governano la nostra diocesi con la benedizione di monsignore : “Un po’ come se il cristianesimo fosse il luogo dove si riuniscono unicamente gli eletti. Eletti votati a vivere nel grigiore permanente del si fa, non si fa, mi devo sforzare di fare. Se non ti adegui, se ti interroghi, se dentro di te c’è un’anima ribelle che non si accontenta delle bevande artificiali ma vuole l’acqua vera, sei fuori. Turbi l’ordine costituito delle brave persone. Io penso, al contrario, che il cristianesimo sia proprio il luogo di realizzazione delle anime ribelli. Io non mi accontento…”
Altra frase della scrittrice la riporto in ricordo delle omelie di monsignore ( per grazia ben lontane ), che sono proprio come scrive la Tamaro “ ispiratrici di generici sentimenti benevoli “ e non sono fatte per “ farsi attraversare dalla folgore del Bene “ . Ecco integralmente ciò che la Tamaro scrive ed il confratello mi invia .
“Ci siamo convinti che il male, nella sua profonda essenza, non faccia parte della realtà umana. Anche la Chiesa ha allontanato da sé questo amaro calice e, allontanandolo, si è ridotta a essere, in molti casi, una semplice realtà mondana, ispiratrice di generici sentimenti benevoli. I cristiani sono quelli buoni. Un po’ stupidini magari di una stupidità credulona che, alla fine, però si si può anche perdonare, perché altrimenti chi si occuperebbe di tutti i derelitti del mondo? Essere buoni, sforzarsi costantemente di sorridere, di dire cose rasserenanti, giustificare ogni cosa che accade o, piuttosto, farsi attraversare dalla folgore del Bene?”
In ultimo vi trascrivo ciò che Padre Turoldo , che ultimamente ci tiene molta compagnia proprio perché appartiene alla Chiesa Celeste , quella che continua e completa la Chiesa Terrena , ed è sempre riunita come non lo è la Chiesa Terrena , citando Gregorio di Nissa commenta la parabola del ricco Epulone . Questa la dedico ai preti ed ai diaconi che parteciperanno alla tre giorni del clero nel mare dell’orgia sfrenata di Spotorno , perché riceveranno se non l’hanno già ricevuto l’invito di monsignore , a partecipare tra una portata e l’altra nel lussuoso Resort con vista sull’isola di Bergeggi ad una riflessione sulla misericordia , la misericordia di Dio di cui sono bisognosi gli orgiastici ministri ordinati che abusano ,non usano, che gozzovigliano in mense effemminate e voluttuose , che adescati dal possedimento, amano i letti ricoperti di ricami in sontuosi edifici, si inebriano di piaceri , per riempire solamente il loro ventre camminando e calpestando migliaia di Lazzari .
Ecco per voi cari amici di Chiesa Controcorrente il commento di S Gregorio : “Accontentati di una mensa frugale. Stà attento a non affogare nel mare dell’orgia sfrenata: infatti, incappi in un grave naufragio, non sfasciarti negli scogli nascosti sott’acqua, altrimenti verrai inghiottito dagli abissi tenebrosi da cui nessuno torna su. “Usa non abusare” come ti insegna anche Paolo. Dedicati a un moderato godimento. Non inebriarti di piaceri. Non diventare assassino di tutto ciò che vive… Non riempire un solo ventre con il sudore di molti cacciatori, non riempirlo come un pozzo senza fondo a cui lavorano molte braccia. Per le gozzoviglie non risparmiano neppure i fondali dei mari… Coloro che imbandiscono una mensa effemminata e sibaritica, di conseguenza sono adescati dal possedimento di sontuosi edifici, e spendono molti mezzi nella grandezza delle case e in inutili ornamenti. Amano i letti ricoperti con tappezzerie fiorite, riccamente ricamate. Fabbricano ricchissime tavole d’argento; alcune sono notevoli per la lucentezza del metallo… Mentre dentro la casa accade tutto questo, migliaia di Lazzari siedono nell’atrio. Alcuni si trascinano penosamente, altri privi di occhi, altri con i piedi amputati. Alcuni strisciano letteralmente, mutilati di tutte le membra. Gridano e nessuno li ascolta.”
E’ iniziata , la rivoluzione è iniziata, i segni piano ,piano emergono e dilagano , si espandono ; una rivoluzione silenziosa che ha avuto inizio , per i nostri tempi detti moderni ,nel 1958 con l’elezione al soglio di Pietro di quel contadino bergamasco dalle grandi orecchie , orecchie per captare ,intercettare ,quindi far riecheggiare nel mondo intero il dialogo, le parole misericordiose di Lazzaro e dopo l’arroganza , il grido disperato di Epulone.