MANIFESTO? NO IL MANIFESTO

15.01.2015 06:17

Sicuramente, sicuramente la mia “apologia” a don Andrea Gallo avrà scandalizzato, e una parte del clero che conta e una parte di quei borghesi benpensanti che vivono all’ombra della Chiesa, ma illuminati dagli altolocati ambienti curiali, il clero che conta, che ha incarichi di potere. Allora rincaro la dose, continuo nella mia apologia, tirandomi addosso un disprezzo che poco m’interessa. Ora don Gallo nel libro intervista che vi ho citato qualche giorno fa “Sono venuto per servire” risponde ad un’affermazione dell’intervistatore sull’origine dei suoi guai. Quale vice parroco alla chiesa del Carmine a Genova:” … in chiesa alla messa di mezzogiorno parlavo di temi di attualità. Mi ricordo che dedicai una predica alla guerra del Vietnam…” Mi sembra che non ci sia nulla da obbiettare in questo, né per i temi di attualità, le omelie della s Messa domenicale delle undici e trenta in cattedrale sono di questo stile e circa la presa di distanza dalla guerra è un tema che può essere oggetto di omelie. Circa la propensione e l’attivismo di don Gallo, verso i problemi sociali è fatto noto, come lo è in diocesi quello del direttore della Caritas. Racconta don Gallo che mentre predicava dall’assemblea:” si alzò uno a gridare<< lei è un comunista>>” ma anche qui in diocesi c’è stato chi in sacrestia ha dato del comunista al direttore della Caritas a riguardo di una sua predica, e tra i borghesi perbenisti c’è chi accusa il papa di essere comunista, se poi essere comunista è un accusa. Ma torno ancora all’intervista di don Gallo nella quale il prete genovese affermava che:” portavo in chiesa il vangelo e il giornale: ecco il mio impegno civile, li mettevo su due leggii diversi”. Il giornalista incalzò don Gallo chiedendogli:” qual’ era il giornale che leggevi in chiesa?” la risposta:” qualsiasi, credo che la prima volta portai la prima copia de Il Manifesto. In comunità siamo ancora abbonati, abbiamo fatto tante iniziative per tirare su quattro soldi per la testata. Siamo abbonati anche al Fatto quotidiano”. Scandaloso? Non entro in merito, lasciando che ognuno ne tragga la sua personale opinione e giudichi coscienziosamente, ma non prima di informarvi che quando frequentavo da esterno il seminario (cioè quando per problemi contingenti non vi risiedevo), uno dei giornali che si leggeva, in seminario, era appunto Il Manifesto, veniva cioè acquistato e messo tra l’Osservatore Romano, l’Avvenire e La Stampa, per la pluralità di opinione, di vedute, questa era la giustificazione. E’ vero che veniva acquistato saltuariamente, cioè non quotidianamente, (nel silenzio, quindi né con l’approvazione, né con la disapprovazione dei superiori), ed è vero che ad acquistarlo per conto del seminario, era un seminarista ora prete, quando veniva incaricato all’acquisto dei giornali. Ora è deplorevole il comportamento di don Gallo? Mentre per questioni di campanile non lo è quello del nostro prete? E quei borghesi perbenisti che non leggerebbero mai Il Manifesto, additandolo come giornale anti clericale e che puntano il dito contro il prete genovese, non lo sanno che spesso hanno incontrato quel nostro prete che comprava e leggeva Il Manifesto e che di quel prete vantano l’amicizia, ne esaltano la dialettica, l’arte oratoria, le idee…? Occhio non vede, cuore non duole recita l’antica saggezza dei proverbi. Ipocrisia, perbenismo, fariseismo, luoghi comuni. La risposta? La salvezza? Fede e ragione.