PRIMA CHE TRAMONTI IL SOLE...

21.09.2015 09:12

Anno 50° settembre 1975 ( 2.a edizione ) di VITA NOSTRA  notiziario parrocchiale di SALA BIELLESE , mi è stato donato anni fa dal prevosto del Capitolo della Cattedrale , il Capitolo di Santo Stefano , e lo conservo nella mia piccola libreria nel comparto dove raccolgo tutto ciò che ha scritto e pubblicato il canonico salese , storico della Chiesa locale  e mio insegnante di storia della Chiesa quando frequentavo il seminario cittadino chiuso da monsignore e con i bene placido suoi stretti collaboratori . 

Sono passati 40 anni dalla morte del Parroco di Sala Biellese , un uomo che lasciò una impressione così forte in 700 anime , ( è un dato che ho “ recuperato “ dal notiziario ) , da guadagnare tre giovani sacerdoti , tre solide vocazioni alla Chiesa Universale , la Chiesa Cattolica , la Santa Chiesa , Una Cattolica e Apostolica a cui apparteniamo e alla quale crediamo .

Sono passati 40 anni e non ho visto nel giornale diocesano un ricordo , soprattutto in questo tempo di richiesta di ospitare migranti , non ci si rifà alla figura di questo prete , ma si ascoltano e si dà spazio ad urlatori che parlano dal pulpito , senza potere essere smentiti , o parlano nei consigli comunali , nelle interviste dei giornali e anche delle televisioni , parlano , parolai ma  poi non  portano a casa loro i bisognosi , hanno la coda di paglia .  Questo prete , questo parroco di Sala Biellese , paese più Eporediese o Valdostano ( per la vicinanza ) che Biellese : “ Nessuno saprà mai decifrare con esattezza questo trentennio di pastoralità “ …. Scriveva di lui , il 4 luglio 1975 , don Ferraris sul giornale “ Il Biellese “ , giorno della sua nascita al cielo  …  ” Agli inizi la sua casa fu il rifugio ospitale  , mensa e dormitorio , di tutti i poveri mendicanti che avessero il bene di poter salire fino lassù e fu preparato con ogni attrezzatura anche un ambulatorio aperto a ore per cure possibili da farsi in loco “. A casa sua … avete letto bene …  ma  gli urlatori , i parlatori , i moralisti che bacchettano e accusano un paese intero di razzismo , Netro ,  cosa hanno fatto ? Viaggiano , parlano , vivono agiatamente come i borghesi , e come i borghesi perbenisti  fanno fare agli altri , caricano i problemi agli altri , scaricano i problemi dei migranti agli altri , non mi pare che se li siano “ tirati “ in casa loro  : “ la sua casa fu il rifugio ospitale … “ … altri tempi ed altra gente , uomini fatti , uomini veri, preti veri , non signorine , prime donne , non demagoghi . Chi è quell’uomo di fernadelliana somiglianza ( le fotografie pubblicate nel notiziario , mostrano una marcata somiglianza con il celebre attore francese Fernandel  cui diede il volto al personaggio di Giovannino Guereschi “ don Camillo “ ) ? Mons. Carlo Rossi , che lo consacrò prete e che nel 1975 , era Vescovo anziano ( così si legge nel notiziario ) , oggi diremmo Vescovo emerito, di lui scrisse , a commento della vita di quello che era stato un suo prete : “ Da parte mia , se anche in alcune cose non ho potuto condividere in pieno qualche sua particolare presa di posizione , ho sempre creduto alla nobiltà delle sue intenzioni e ammirato la bontà e la generosità del suo cuore “ . Mons. Rossi ci sta dicendo , che il Prevosto non ha sempre detto sì al suo Vescovo ( e forse per questo lo ha ammirato )  ma che alcune volte ha saputo e voluto dissentire . Solo monsignore , quello di adesso , mi ha confidato un giorno ( perché imparassi, per educarmi , per erudirmi  ) che lui ha sempre ubbidito al suo Vescovo , ma questo non è un pregio , dire sempre sì non è educativo , lo insegna  lui dal pulpito quando pontifica con le famiglie , ha affermato  che educativo è dire dei no e con ciò dice il vero  pur contraddicendosi( ma è lo stile mana ) , inoltre solo due categorie , gli stupidi e gli opportunisti ,dicono di sì anche se dovrebbero dire no , dunque monsignore si collochi dove più gli aggrada. Prendere posizione prima degli anni ’70 , con quel Vescovo , ricordo bene Mons. Rossi  ( ero chierichetto al tempo )  piccolo ,curvo aveva uno sguardo serio e severo che ti penetrava  come un raggio , quel suo sguardo mi ricordava la poesia  “ Il cinque maggio “ scritta in morte di Napoleone Bonaparte  da Alessandro Manzoni , l’autore dei Promessi Sposi dello sguardo dell’imperatore ormai decaduto poetando componeva : “ …  chinati i rai fulminei …..” occhi come raggi , rai , saette …  prendere posizione significava dimostrare coraggio, essere uomini , uomini veri , reali non fantocci , non pedine ( per usare il linguaggio del giovane canonico del Favaro ) ma persone .

Il parroco di Sala era un uomo e un prete che aveva un sogno : la sua gente , il suo paese , la sua parrocchia , quella gente che ha servito e che ha amato di un amore tale da scrivere nel suo testamento : “ Ho amato tanto i miei carissimi parrocchiani e a loro ho dato troppo cuore e troppo poco al Signore “ …. e ancora “ Dai miei carissimi parrocchiani chiedo preghiere per la salvezza dell’anima mia . E voi tutti lo sapete quanto vi ho amato qui in terra . Vi amerò di più dal Paradiso “ . Non è così oggi e ….. no comment !

Una delle ultime sue volontà fu la costruzione della casa di riposo di Sala , “ Prima che tramonti il sole ….. “ si legge nella suo ultimo intervento in quel notiziario che il Prevosto aveva già preparato ma che non uscì più ….. quella casa da realizzare versando per primo i suoi pochi risparmi , e invocando per il resto la divina Provvidenza …. se penso invece cha a Mongrando il lascito per la casa di riposo , furbescamente  e scaltramente è stato dirottato ad altre finalità , non da uomini , da uomini veri , non da preti , da preti veri , ….  altre finalità …. altre pergamene da firmare e pose di prime pietre …. capisco perché uomini di quella tempra , preti di quella tempra siano stati sistematicamente e volutamente dimenticati  da parolai che favoriscono i parolai …. tutti insieme appassionatamente …. .

 Un ultimo aneddoto , per tracciare la figura del prete salese di adozione ,  lo  “ pesco “ sempre dal notiziario dallo spazio dal titolo Fioretti  : “ Ogni mattina pregava un’ora prima di partire per aiutare questo e quello . Rimaneva nella sua Chiesa a passeggiare , a piangere , a ricordare . Baciava i banchi dove un giorno si inginocchiavano a pregare le suore che in seguito gli hanno tolto “ … e pensare che c’è chi ( e monsignore lo sa bene )  che le suore se le prende o se le fa dare perché una le faccia da segretaria e l’altra “ un po’ di cucina “ .

Ho ricordato il prevosto di Sala Biellese nella S. Messa mattutina , presso la Cappella della Clinica Vialarda , dopo le lodi mattutine recitate con le Suore dell’Istituto di S. Giuseppe , poi salendo a Sala Biellese con il Prevosto del Capitolo della Cattedrale , mi sono fatto accompagnare sulla tomba di don Giovanni Debernardi nel 40° della sua nascita al cielo .