LIBERI DA NARCISISMI E GELOSIE CLERICALI

09.08.2016 06:22

Mi fermo a commentare brevemente quanto il giornalista Mimmo Muolo scrive su “ L’Amico del Clero “ mensile della FACI ( Federazione tra le Associazioni del Clero in Italia ) . Oggetto della pubblicazione è come il Papa ritiene che dovrebbe essere il prete “ …. il sacerdote non è un burocrate o un anonimo funzionario dell’istituzione , non cerca assicurazioni terrene , o titoli onorifici “ e aggiunge che deve essere libero da “ narcisismi e gelosie clericali “ e ancora : “ E’ scalzo , il nostro prete , rispetto ad una terra che si ostina a credere santa “ . Mimmo Muolo sviluppa in un appassionato articolo le parole del Santo Padre , e riporta , com’è di prassi , la visione della collaudata retorica che immagina sempre il prete tra i poveri , il che non è vero , spesso anzi spessissimo è vero semmai il contrario , ma una cosa che mi ha colpito molto dell’analisi del vaticanista di Avvenire , è questa sua conclusione : “ In altri termini i sacerdoti del 2000 sono chiamati a camminare scalzi sulla terra loro assegnata come segno di sobrietà , certo , ma soprattutto come segno di rispetto per la presenza di Dio “ . Colgo questo da Muolo , se il prete con la sua stessa vita e nella sua stessa vita , non evoca cioè non richiama , non invoca la presenza di Dio , ha fallito , resta solo un filantropo , ma non un uomo di Dio . L’unico modo di testimoniare , cioè dare la propria vita , anche con la prospettiva di perderla , è quello di vivere in modo di essere segno della presenza di Dio . Questo esula da aspetti specifici , ma abbraccia ogni lato , parte , angolo , spazio nello spazio dell’esistenza . E’ scalzo quando dice tutto di sé , sono le parole di Gesù riportate da Giovanni ( 15,15 ) : “ ….. tutto ciò che ho udito dal Padre mio , l’ho fatto conoscere a voi “, e questo significa essere trasparente come Cristo è stato trasparente , non certo reticente ; è scalzo quando va controcorrente , secondo le parole di Gesù trascritte nel Vangelo di Luca ( 6,26 ) : “ Guai a voi quando tutti gli uomini diranno bene di voi … “cioè quanto tutti si schierano contro scandalizzati dalla coerenza con il suo credo , quando il prete suda sangue perché prende coscienza di essere abbandonato , lasciato solo davanti alla prova , come cioè Cristo è stato controcorrente . Essere segno della presenza di Dio significa essere sacramento , incarnare il sacramento , divenire sacramento e il sacramento è sacrificio e non altro perché nel sacramento c’è la presenza di Dio ….. la Presenza , perché il sacramento è la Presenza reale ,attesa , dunque sperata , provata , trovata , assunta . Per restare nell’ambito del ragionamento di Muolo , la presenza del Signore nei poveri è provata dalle stesse parole del Cristo : “ Perché i poveri li avete sempre con voi …. “ (Mt. 14,6 ) ma sentire , provare , dunque rispettare la presenza di Dio , non è per tutti , non è scontata : “ … ma me non mi avete per sempre “ si legge ancora in Matteo ( 14,6 ) . Quando si è inviati , solo quando si è inviati allora : “ …. io sono con voi tutti i giorni , fino alla fine del mondo “ (Mt. 28,20 ) ,e si è inviati quando si è pronti a testimoniare con la propria vita la presenza di Dio ….. dunque essere segno …. sacramento . E’ sicuramente duro vivere ciò , ma non è scontato pensarlo .