GENERALE…. LA GUERRA E’FINITA IL NEMICO E’ SCAPPATO, E’VINTO E’ BATTUTO…

17.11.2014 09:03

“ Difendersi può diventare facilmente attacco, con relativa mancanza di bontà e carità”. Qualche generale, stratega che s’intendeva di guerra, diceva che la miglior difesa è l’attacco. Ma non siamo qui a scrivere o disquisire su tattiche o stategie né io né lei eccellenza reverendissima,  ne siamo all’altezza. Gesù comunque non è un uomo che ha giocato in difesa per usare termini calcistici, pensando a lei giovane vice parroco che sicuramente avrà giocato con i ragazzi. Gesù è un’ala, ala pura l’ala sinistra dei miei tempi, Gigi Riva o il centroavanti di quel Cagliari degli anni ’70 che piccola squadra di una piccola provincia vinceva il campionato e dava alla nazionale, (seconda ai mondiali di quell’anno) parecchi giocatori. Gesù non si è vergognato di dire la sua, di sostenere con forza la sua opinione perché quella era la verità. Non è stata la sua né difesa, né attacco, ma un giusto richiamo, soprattutto ad una classe sacerdotale che aveva perso ogni orizzonte. “Guai a voi…” e non sto ad elencare ciò che Gesù nei quattro vangeli ricorda a quella classe, né quello che i profeti sempre a quella classe contestano. Di lui si diceva che era un profeta, non il Figlio di Dio, il profeta, cioè un uomo inviato da Dio a ricordare la via, a ricordare l’alleanza, a denunciare la mancata promessa dell’uomo e a ricordare la fedeltà alla promessa da parte di Dio. Qui il problema vero è che lei non mi vuole incontrare, che mi evita, che mi ignora e che cerca per lei e per chi le sta intorno una giustificazione per sentirsi in pace. Non la troverà mai, sono una spina nel suo fianco, come quelle che Dio pone a  san Paolo, come scrive alla comunità di Corinto. Deve andare incontro alla spina per rimuoverla e non c’è bisogno di un’operazione chirurgica, cioè di fare intervenire altri, pazienza e volontà ripercorrere il percorso della spina e tutto si risolve. Dunque non c’è bisogno di fare la guerra, o a pensare alla guerra… Difesa… Attacco… La parola carità poi cancelliamola dal nostro vocabolario, o meglio usiamola ma come a ciò a cui tendere, non a ciò a cui si è arrivati. La carità lo sappiamo bene tutti è amore, e l’amore non entra in questo frangente, lei non potrà mai amarmi come le ho già scritto, al massimo mi sopporta che è già secondo la Parola di Dio (san Paolo ai Colossesi  ) un buon sentimento la sopportazione, il massimo a cui l’uomo può arrivare e aspirare. Penso che  l’uso di questo termine da parte sua è dato dal fatto che “Dio è amore” dunque Dio è carità e pensando ciò mi devo interrogare: amo? Io ho amato la mia sposa. E pensando a ciò posso dire che ho tentato di amare la mia sposa, non l’ho amata in pienezza, la mia è stata solo una tensione verso. Sono dunque mancante di carità, di amore e lo è anche lei, entrambi se va bene tendiamo, nessuno di noi sicuramente la possiede o l’ha posseduta. La frase di don Ferraris va meditata a fondo:” Se possederemo la carità manifesteremo il Signore”. Quel se…. Non è un’affermazione, è un augurio è la tensione, la speranza di tendere verso a… Circa la bontà la sua è una visione soggettiva, non sono d’accordo con lei che sono cattivo, cioè non buono me lo scrive qualche riga più sotto, tra l’altro si legge nel Vangelo per bocca di Gesù:” perché mi chiami buono? Dio solo è buono”. Ogni uomo è buono se ciò che fa, che dice, che pensa lo fa misurandosi con la sua coscienza. La coscienza è il tempio, il santuario inabitato da Dio. Il confronto con lui nel silenzio produce bontà, sempre, perché ciò che regola quel luogo (la coscienza) è la conoscenza e la scienza, la sapienza, dunque verità e giustizia, devo solo lasciarmi guidare. Il prete agisce nei sacramenti in persona Christi, non può scindere e staccare la sua vita umana dalla vita sacramentale, non c’è tra di loro un netto stacco, la vita sacramentale, quel prestare la mia persona al Cristo, mi condiziona, lascia una traccia nella mia intimità e ciò è bene, bene per bene, bontà. Se lei incontra solo persone che dicono male di me, è perché pensano di conquistarsi una posizione di riguardo ai suoi occhi, io incontro molte persone che mi leggono e concordano e m’incoraggiano, alcuni di questi sono preti, altri laici, consacrati, molto vicino a lei. Sono anch’essi sicuramente cattivi, o non buoni o sono buoni perché pur concordando con me non esternano il loro disagio? Noi cristiani; ogni singolo cristiano deve sentire forte il dovere di opporsi e contestare qualsiasi tipo di autorità, (civile o religiosa), quando confrontandosi a fondo con la Parola cioè con il Cristo stesso, emergono icongruenze e ingiustizie. Allora non deve né attaccare né difendersi, deve denunciare, pubblicamente denunciare senza che questa sua presa di posizione debba essere bollata da chicchesia come mancanza di bontà e carità. C’è, mi scusi eccellenza reverendissima chi ha la vista lunga, c’è chi è profeta, e non ci si può affidare a una sentinella miope, né a chi sempre asseconda.