DICEVA SAGGIAMENTE TOTO’:” E IO PAGO”

29.12.2014 09:19

“Non sono interessato ad un’effimera popolarità” affermava tempo fa un navigato politico cattolico di cui giornalmente prego che scompaia al più presto dalla scena politica, il più presto possibile, ma è ciò che ho risposto ironicamente a uno dei miei figli che mi domandava se avessi partecipato alla s Messa in cattedrale nel giorno di S Stefano. Non mi è mai piaciuto sfilare, ne apparire privilegiando il nascondimento e il silenzio, la s Messa è un sacramento non una parata. La cosa che mi è stata riportata e che mi ha colpito, è che il giovane vicario, prendendo la parola alla fine della funzione ha invitato la popolazione al concerto che si sarebbe tenuto alla sera in cattedrale “offerto” dalla diocesi alla cittadinanza. L’offerta, l’offrire implica la gratuità, ma quando proferiva quelle parole di invito gratuito, erano già state stampate una serie di buste bianche con lo stemma della diocesi e la scritta “la tua offerta per queste iniziative” e stampato grande “grazie”. Ma se era offerto il concerto perché chiedere l’offerta? Se l’iniziativa, ha un costo le opzioni sono due: la prima, (se un signore) comunichi che lo offri dunque ti fai carico delle spese; la seconda (non sei affatto un signore, perché cari amici di Chiesa controcorrente signori si nasce) dichiari che il concerto è offerto ma poi scaltramente metti una busta sui banchi per pagarti le spese. Magra figura, pessima figura. Era meglio non organizzare il concerto. Ancora una volta, soldi, la cultura, l’educazione ed il buon gusto si vende, si svende per un offerta. Poi si critica il sottoscritto perché dissente, protesta che viene posto tutto sul piano economico e speculativo: ma dobbiamo dirlo per dovere di cronaca e verità, la cattedrale è una fabbrica di soldi, una banca, un libretto risparmio. Se si vogliono organizzare delle iniziative e non si ha la possibilità economica si faccia pagare un biglietto d’entrata come ogni spettacolo pubblico, pagando quindi la siae… ma non dite che è offerto, è gratuito. Un prete, un ministro ordinato dovrebbe ben sapere che cosa significa la parola offerta e gratuità… ma lo si dimentica spesso, ormai troppo spesso. Mi chiedo e lo chiedo al mio vescovo, se Gesù che ha offerto la sua vita per noi si è fatto pagare, ha avuto un contraccambio per questa sua “iniziativa”? O se i membri della prima comunità cristiana che ricevevano nel battesimo la grazia (da cui la parola gratis-gratuità) cioè la partecipazione alla vita divina dovevano pagare. (E’ vero che oggi come denuncia anche il papa vi sono le tariffe per messe, battesimi, matrimoni, funerali). Ma ieri non è oggi, ecco perché si fa riferimento sempre di più alla Chiesa dei primi secoli. Per quella busta che è stata stampata e disseminata, distribuita tra i banchi, come prete, come ministro ordinato, ministro di Dio provo vergogna, come provo vergogna come cristiano, cioè appartenente ai battezzati che formano la comunità, il santo popolo di Dio, come provo vergogna in quanto uomo sensibile alle “iniziative culturali”, anche perché ogni mattone, suppellettile che compongono la cattedrale ( come ogni chiesa) è di proprietà del Santo Popolo di Dio, costruito, e mantenuto con il suo contributo che è sangue e sudore. Dunque ancora una volta vergogna.