COMPRENDERE L'INCOMPRENSIBILE

02.12.2014 08:14

Riferendomi a quanto scritto ieri vi propongo cari amici di Chiesa Controcorrente un pensiero di Pascal a ventiquattr’ore dall’incontro con s. e. mons. vescovo, che ha accettato il mio invito nel luogo da me indicato, (e di questo lo ringrazio) ma anticipandolo al mattino. Pascal, dunque per noi scrive:” è una malattia naturale dell’uomo credere di possedere la verità direttamente; e da ciò deriva che è sempre disposto a negare tutto quanto gli è incomprensibile”. Penso a don Milani prete che ha agito secondo coscienza, cioè andando a cercare quella verità, là o lì dove è la Presenza e adattandosi ad essa con fatica, con paura, ma con convinzione, certo di essere compreso, non di essere non compreso, incompreso come fu, perché quella verità, la verità che sgorga dalla coscienza è oggettiva, non soggettiva. Dio nella coscienza parla e Dio non è la verità, non solo la verità è l’Essere, la pienezza dell’essere che non può non essere se è l’essere e in più la pienezza dell’essere. Se Dio dice,  non disdice, non esiste in Dio contraddizione. La ricerca della verità nell’uomo toccato dal peccato originale è sicuramente più difficoltosa ma ha tutte le capacità perché gli sono fornite, sono in sua dotazione, di riconoscere quindi affermare l’oggettività della verità, come? L’uomo sa distinguere il bene dal male, il comprensibile dall’incomprensibile; e nel fare ciò non sono necessarie le più alte speculazioni filosofiche, teologiche, sociologiche, psicologiche, ma la semplicità e l’innocenza di un bambino: prese un bambino e lo pose in mezzo a loro… se non ritornerete come bambini… L’uomo ma in particolare il cristiano deve fare dell’incomprensibile il comprensibile, e della negazione l’affermazione. La verità nella sua pienezza non la si possiede, né la si può possedere, perché Dio che è verità non si può possedere, non è vendibile né acquistabile né barattabile, la verità la si condivide, perché gratuitamente ricevuta. Ma sappiamo che è depositata nella nostra coscienza, dunque è a disposizione se cercata, voluta. La verità è dunque disponibilità del disponibile, (Dio) per l’indisponibile (uomo); ciò è apertura totale, apertura perché soggetto ed oggetto della verità è la disposizione, dunque non la negazione né l’incomprensibile o l’incomprensibilità. Don Milani possedette la verità?.... Dal canone del Messale Romano… “Dei quali tu solo hai conosciuto la fede”.