COME SEMPRE VUOTO ISTITUZIONALE
E’ piuttosto impegnativo nominarsi “sentinelle in piede”. Ezechiele scrive:” figlio dell’uomo ti ho posto per sentinella alla casa d’Israele” e Gregorio Magno nelle sue “omelie su Ezechiele” annota così sulle sentinelle:”… Quando il Signore manda uno a predicare lo chiama con il nome di sentinella”. Ancora Gregorio scrive per noi:” che chiunque è posto come sentinella del popolo deve stare in alto con la sua vita per poter giovare con al sua preveggenza”. Poi Gregorio Magno, papa, santo e dottore della Chiesa scrive:” come mi suono dure queste parole che dico! Così parlando ferisco me stesso, perché nè la mia lingua esercita come si conviene la predicazione, né la mia vita segue la lingua, anche quando questa fa quello che può”. I problemi elencati sul volantino distribuito dalle sentinelle in piede sono reali, ma il metodo non lo condivido, come non condivido l’uso della parola sentinella. La veglia il cristiano la vive per… e non contro. La veglia da sempre è fatta per pregare e non per affermare, in essa si parla con Dio, in un intimo rapporto che impone silenzio per ascoltare, non leggendo un libro qualsiasi. Se si vuole leggere nella veglia, nel silenzio, si legga il Libro, le Sacre Scritture che è voce di Dio per dare voce a Dio. La preghiera non è strumentale, è lode, poi Dio per bocca di Gesù esaudisce secondo la sua e non la nostra volontà. “Chiedete e vi sarà data, bussate e vi sarà aperto”. La preghiera è dunque la più alta forma di carità, e la carità (amore) non è contro, ma per… a favore… Non è la prima volta che avviene questo genere di manifestazione, io non so se sono o no un movimento cristiano, cattolico, certo che i volantini sono esposti in luoghi cristiani, frequentati da cristiani. Non sento né colgo reazioni da parte della gerarchia, non vi sono indicazioni in merito alla liceità dell’iniziativa; è il solito pilatesco atteggiamento, è il vuoto istituzionale. Osservo solamente, a questo punto per conto del vescovo che non osserva, che questo papa, il papa Francesco è un uomo di apertura e non di chiusura. La chiusura è un’esperienza che la sua Congregazione ha subito anni fa con la soppressione, l’onta di essere messi a tacere ingiustamente da un clero che ha preso posizione per puro opportunismo. Credo che ogni gesuita doc porti nel suo patrimonio genetico quel dramma e lui lo ha ben esternato paragonandolo alla passione del Cristo. Solo la preghiera, tanta preghiera, nel silenzio e nel nascondimento può operare, sanare e salvare. Il clamore, l’esasperazione è nell’apparire alle ore 17,00 di domenica 5 ottobre 2014 a Biella in Piazza Battistero angolo via Italia, dove io non ci sarò.