CHI SONO?
Proseguo il ragionamento di ieri , soffermandomi ancora sull’ ” io sono “, che lega l’uomo a Dio , ed è segno dell’essere figlio oltre che dell’essere , dell’esistere . Se Dio afferma di sé “ Io sono “ , si commentava ieri , anche l’uomo , essendone figlio , può dire di sé “ io sono “ , senza possibilità alcuna di essere smentito per ciò che Giovanni nella sua lettera ( Parola di Dio ) afferma ( 1 Gv. 3,1 ) e cioè che siamo realmente figli di Dio ! Ma una cosa Dio non può dire, mentre l’uomo deve obbligatoriamente dire se afferma se stesso, se identifica se stesso , con quell’ ” io sono “ . Se dunque l’uomo afferma “ io sono “, di conseguenza deve aggiungere , per onestà intellettuale , per rettitudine : “ chi sono ? “ . Dio sa perfettamente chi è Lui , perché è somma Sapienza e somma Conoscenza , ma l’uomo questo non lo può dire perché sa di non sapere né di conoscere illimitatamente , ma limitatamente …. conosce , se va bene , le sue imperfezioni e neanche tutte , figuriamoci le sue perfezioni . Dunque per crescere, all’ “ io sono “ , alla certezza dell’esistere, devo conoscere la mia identità … chi sono ? Una cosa non esclude l’altra nel cammino dell’esistenza . Guidati e regolati dalla libertà e poco dalla verità , ci fermiamo alla sola percezione dell’esistere , e non ci addentriamo , per convenienza , alla percezione della conoscenza . Ci fermiamo a ciò che nella riflessione di ieri si è menzionato , ci fermiamo alle cose visibili , al tangibile , al sensibile , di più facile percezione, mentre quelle invisibili , sono più faticose da elaborare …. ci fermiamo all’attimo e non ci spingiamo all’eternità che dunque per comodità neghiamo o meglio ignoriamo . Se sono nella complessità di questo mondo è perché ho un senso, è perché sono utile alla complessità , ne sono parte , e se sono adesso è perché non dovevo essere prima , né essere dopo ,dunque sono atteso perchè sia in questo momento , per questo tempo . Quindi non sono a caso , dunque , mio dovere è conoscere e scoprire il senso e , nella complessità in cui sono calato , devo cercare proprio per scoprire il mio senso e non un senso , perchè la mia esistenza sia , e sia pienamente , permanente ed eternamente . Ciò che segna l’eternità è la continua conoscenza , mezzo per di progressione nella strada della sapienza , e conoscenza e sapienza non sono cose , ne tantomeno sono visibili . Sono percepibili , ma non al tatto , sono eteree , non consistono come l’anima e lo spirito , la fede e la speranza … e l’amore . Si esiste con il corpo cioè con la parte visibile e si vive con la parte non visibile il sentimento , il ragionamento , dunque perché non l’anima e lo spirito … perché no ? Se non so chi sono , perché a priori , a prescindere escludo ciò che non vedo o almeno parte di ciò che non vedo o meglio ancora ciò che non voglio vedere ? Non vedo il ragionamento , non vedo il sentimento , ne godo i benefici , ma non li vedo , come non vedo l’anima e lo spirito ma ne godo i benefici . Con lo spirito viaggio , in un universo che per me è creato , per l’uomo , e sono in comunione con esso .Tutto è stato fatto per l’uomo , per me e non il caos ma il cosmos , non l’incolto ma il giardino cioè l’ordine e la cura , segno e frutto della conoscenza e della sapienza l’invisibile , la potenza , che si manifesta nel visibile, nell’atto : il giardino . Non basta dunque identificarsi nell’ “ io sono “ senza conoscere il “ chi sono “ , dunque l’esistenza implica , nell’uomo , entrambe le condizioni , esistere e conoscere … Cartesio affermava “ Cogito ergo sum “ … penso dunque sono , esisto . Dio non ha bisogno di conoscersi e a ragione può definirsi “ Io sono “ e non chi sono , perché quell’ ” Io sono “ è comprensivo della conoscenza . L’attività cogitativa , di pensiero è comunque l’inizio della conoscenza , che apre la strada al “ chi sono “ è la parte invisibile , rispetto al visibile esisto , sono . Sono , “ io sono “ che è affermativo , indicativo è associabile al corpo , che non sarà più , benchè sia stato , mentre il “ chi sono ? “ resterà sempre perché domanda aperta a cui non è possibile pienamente rispondere , perché incolmabile la sua capienza …. non per Dio , che essendo somma Sapienza è sintesi ,cioè capace . L’eternità è dunque sempre aperta per noi è sempre possibilità perché dobbiamo sempre conoscere senza mai giungere alla Sapienza , che non è raggiungibile né possibile è però contemplabile , eternamente contemplabile , dalla nostra conoscenza , dal nostro essere conosciuto .. il chi sono , che è e lo è per sempre .